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Spotted: l’ennesima sconfitta della mia generazione

marzo 15, 2013 5 commenti

Da un po’ di tempo su facebook ho visto girare gruppi/pagine recanti la parola “SPOTTED” più il nome di un ateneo. Visto che ultimamente ho vari cazzi per la testa non mi sono fatto troppe domande né c’ho fatto troppo caso, a parte pensare all’inglese che dice “scoprire” e “macchia” con la stessa parola.

Comunque, oggi mi hanno spiegato che roba è. E mi sono cadute le braccia.
Per chi non lo sapesse, in tali pagine trovate dichiarazioni d’amore ed insulti completamente anonimi. Cioè: uno scrive all’amministratore della pagina una cosa che viene pubblicata senza che nessuno sappia chi l’ha scritta. Tranne l’amministratore, ovvio: e a questo punto credo che gli admins siano le persone più potenti degli atenei, visto che tengono per le palle un bel po’ di studenti.

Ora, premesso che per me i social network sono una grande invenzione, c’è da dire che hanno dato un senso diverso al parlare in faccia, che prima era molto più semplice e che oggi pare sia un miraggio. Insomma, prima se tenevi un tizio sulle palle glielo dicevi, magari ci facevi una mezza questione, poi non lo calcolavi più e stop; ora invece uno si ritrova a casa a sentirsi riempire di insulti telematici da gente che non avrebbe neanche un millimetro cubo di coglioni per ripeterle vis-à-vis. Allo stesso modo, se una ti piaceva si facevano mille sotterfuggi romantici, o impennate col motorino per farsi notare, o incontri casuali che mai erano casuali nei corridoi o al bar; mo invece glielo dici in forma anonima su facebook. Che finché sono ragazzini di quattordici anni ancora ancora, e se sono sedicenni vabbé, giustifichiamoli, ma se cominciano ad essere i ventenni, bè, ho l’ennesima dimostrazione che siamo una generazione terribile.

Io provo pena per voi. E provo pena per me e per chi come me si ritrova, suo malgrado, ad essere uno di voi.